Se c’è un piatto semplice che accomuna buona parte del mondo, pur con le inevitabili e giuste varianti, è il toast. È uno dei piatti più semplici e versatili, amato per la sua facilità di preparazione e la sua capacità di adattarsi a una moltitudine di gusti e preferenze.
Dal classico toast con prosciutto e formaggio al raffinato croque monsieur francese, passando per il toast con fagioli della colazione britannica, questa preparazione è un vero e proprio comfort food universale. Scopriamone le origini, le varianti e poi divertiamoci a confrontarlo con la pinsa, ovviamente tenendo conto delle rispettive peculiarità.
Toast: cos’è e come è nato
Alla prima domanda, ovvero cos’è il toast, si risponde in un attimo. È pane in cassetta tagliato a fette e tostato con calore secco, generalmente all’interno di un elettrodomestico specifico, detto tostapane. La tostatura rende il pane croccante e piacevole al gusto.
Molto più complesso è andare alla ricerca delle vere origini del toast, tanto più che le fonti riportano ognuna la propria “versione dei fatti“. Le certezze sono tre:
- È un racconto affascinante che attraversa i secoli e le culture;
- A livello etimologico, la derivazione è latina, dal participio passato tostum, che indica qualcosa di arrostito o bruciato;
- La pratica di tostare il pane è legata al desiderio di allungarne la conservazione. Il fatto che sia molto apprezzabile al palato è un effetto.
Alcuni studiosi ipotizzano che l’usanza di tostare il pane affondi le sue radici nell’antica Roma, dove veniva consumato come base per crostini e altre preparazioni. Altri invece pongono l’accento sul periodo medioevale, in particolare in Francia, dove il pane “tostum” accompagnava il vino soprattutto in eventi importanti come i compleanni. Se ne registrano varianti ricche e popolari, ma certamente il toast è sopravvissuto fino ad oggi in quanto piatto semplice, versatile e accessibile a tutti.
Un’altra storia interessante è quella dell’invenzione del tostapane elettrico, avvenuta nel 1893 ad opera di Alan MacMaster. Sebbene il successo iniziale fu limitato a causa della diffusione non capillare dell’energia elettrica, questo aprì la strada a una vera e propria rivoluzione nel modo di preparare il toast, rendendolo più semplice, veloce e uniforme in tutto il mondo. Superfluo aggiungere che il tostapane è arrivato fino ai giorni nostri.
Il toast nel mondo: 4 esempi particolarmente riusciti
Un piatto così buono, semplice e versatile non può che conquistare il mondo. E così ha fatto. Si chiama in modo diverso, è preparato in modo differente, ma è davvero difficile trovare una cultura gastronomica che non valorizzi la bontà del pane tostato. Ecco qualche esempio.
Grilled Cheese
Negli Stati Uniti, un piatto molto diffuso è il Grilled Cheese, ovvero due fette di pane bianco imburrate all’esterno, con un ripieno di formaggio cheddar che si scioglie e rende il pane dorato e croccante. Buonissimo, sia pur non la migliore scelta per una dieta ipocalorica.
Croque Monsieur
È un piatto francese elaborato e raffinato. Si compone di due fette di pane bianco, con un ripieno di prosciutto cotto e formaggio Gruyère. Il sandwich viene coperto con besciamella, cosparso di formaggio grattugiato e cotto in forno. Esiste anche la variante Croque Madame, con uovo a occhio di bue sopra la fetta superiore.
Fettunta
In Italia, il toast è composto da due fette di pane abbrustolito con formaggio e prosciutto cotto. Semplicissimo e gustoso, si prepara in una manciata di minuti e va benissimo a colazione, a merenda e in qualsiasi altra occasione. Ne esistono molteplici varianti, che peraltro confinano con un altro piatto tipico: la bruschetta. La fettunta, per esempio, è una fetta di pane toscano abbrustolita su una griglia o in forno, strofinata con aglio fresco e condita con abbondante olio extravergine di oliva, preferibilmente di produzione locale.
Club Sandwich
È una variante del toast popolare nei paesi anglosassoni, famoso per la struttura a più strati. Il sandwich è infatti composto da tre fette di pane bianco tostato, con farciture che includono fette di tacchino o pollo arrosto, bacon croccante, lattuga fresca, pomodori maturi e maionese. Ogni strato è disposto per garantire equilibrio di sapori e consistenze.
Pinsa e toast: due alimenti diversi, ma con interessanti punti di contatto
Pinsa e toast sono due piatti distinti con origini diverse e storie uniche. Il toast ha attraversato i secoli, evolvendo da semplice pane abbrustolito pensato per allungare i tempi di conservazione a comfort food internazionale con innumerevoli varianti regionali. La pinsa, dal canto suo, è una creazione recente, nata all’inizio degli anni 2000 in risposta alle nuove tendenze alimentari che all’epoca iniziavano a privilegiare leggerezza e digeribilità.
Altra differenza è la diffusione globale: mentre il toast è ampiamente diffuso e riconosciuto in tutto il mondo, la pinsa si sta facendo strada in questi anni, mostrando grande potenziale. E chissà che un giorno diventi un’icona della cucina italiana a livello globale, come tante altre ricette famose.
Il successo del toast dipende non solo dal suo sapore abbrustolito, ma anche dalla croccantezza, e questo è un punto di contatto tra i due piatti. La croccantezza, infatti, è una caratteristica distintiva della pinsa, dovuta (almeno in parte) all’uso della farina di riso nell’impasto che contribuisce a creare una crosta esterna mentre l’interno rimane soffice e leggero. La pinsa non è “abbrustolita”, ma la croccantezza fa parte del suo DNA, e anche per questo si differenzia dalla pizza.
Per avvicinarsi, i due alimenti potrebbero condividere al 100% le farciture. Non ci sono limiti in tal senso. Va però detto che la pinsa non vuole sostituirsi a un piatto iconico e consolidato come il toast. Piuttosto, può essere interessante sperimentare con la pinsa alcune delle tipiche farciture dei toast: partendo dal classico prosciutto e formaggio, si possono esplorare anche le varianti internazionali, per scoprire nuovi gusti. Per esempio, si potrebbe provare una pinsa con una farcitura in stile club sandwich, con tacchino, bacon, lattuga e pomodoro, oppure una versione ispirata al Bombay sandwich indiano, con verdure speziate e chutney alla menta e coriandolo. Queste sperimentazioni possono offrire nuove e deliziose esperienze culinarie, celebrando sia la tradizione che l’innovazione.