Ogni Paese ha la propria tradizione culinaria, un insieme di sapori, ingredienti e tecniche che raccontano storie di secoli. In Italia, patria di eccellenze gastronomiche, la cucina è un patrimonio culturale tanto ricco quanto variegato, e per questo uno dei grandi dilemmi è come modernizzare i piatti che hanno fatto la storia e plasmato la cultura di un luogo senza perdere l’essenza di ciò che li rende unici.
La pizza e il concetto di innovazione
In questo contesto, anche la pizza, simbolo indiscusso della cucina italiana nel mondo, non sfugge alla trasformazione. Da un lato, il fascino della tradizione ci invita a preservare le ricette che ci rendono orgogliosi; dall’altro, l’innovazione è una forza motrice che spinge verso il futuro e che non può essere fermata. Ed è così che sono nate le proposte gourmet, gli impasti particolari, e le ricette basate sulla positiva contaminazione di influenze culturali diverse. In questa dialettica tra tradizione e innovazione si inserisce il tema della pinsa margherita, che è la reinterpretazione contemporanea di un grande classico.
La pizza margherita, un’icona senza tempo
La pizza margherita è un punto di riferimento per eccellenza della cucina italiana. La leggenda narra che, nel 1889, il pizzaiolo napoletano Raffaele Esposito creò questa pizza in onore della Regina Margherita di Savoia. In occasione della visita della Regina a Napoli, Esposito preparò tre pizze e la sovrana scelse quella più semplice, con pomodoro, mozzarella e basilico per via del richiamo al tricolore italiano. Da quel momento, la pizza margherita divenne una delle preparazioni più amate e simboliche del Bel Paese.
Al di là del fascino di storia e leggenda, la pizza margherita è un’icona di bontà e semplicità: il gusto intenso del pomodoro, la cremosità della mozzarella fiordilatte e l’aroma fresco del basilico. Questa combinazione, di per sé semplice, racchiude un equilibrio perfetto che affascina e conquista chiunque la assaggi, anche a distanza di più di un secolo dalla nascita.
Verso la pinsa margherita: innovare o trasformare?
Arriviamo ai giorni nostri e parliamo della pinsa. È veramente curioso constatare, usando qualsiasi tool online, che la parola chiave pinsa margherita sia una delle più ricercate in assoluto in questo settore. La deduzione è istantanea: le persone amano l’innovazione e sono disposte a sostituire la base della pizza con qualcosa di nuovo e di allineato alle tendenze alimentari di oggi, ma non sono disposti a cambiare una ricetta così buona, leggera e parte della nostra storia.
Tutto ciò è perfettamente logico. Anche in relazione a molte altre ricette tradizionali, c’è sempre una forte resistenza al cambiamento: una ricetta che ha fatto la storia non si cambia, non si trasforma aggiungendo ingredienti, togliendone altri o alterando le proporzioni (a quel punto, bisognerebbe cambiarle il nome), ma si può innovare sostituendone la base. Così si fa innovazione, non trasformazione, e si modernizza un piatto tradizionale rispettando la sua storia, il suo valore culturale e la sua identità.
Come fare una pinsa margherita in poco più di 5 minuti
La pinsa margherita è una delle ricette più facili in assoluto, ma farla diventare un capolavoro non è banale. Posto che solo la pratica perfeziona la tecnica, ti diamo qualche suggerimento su come realizzare un’ottima pinsa margherita partendo da una base di Pinsa Di Marco.
- Prima di tutto, accertati di avere tutti gli ingredienti necessari: passata di pomodoro, mozzarella fiordilatte, olio extravergine di oliva, qualche foglia di basilico fresco e un po’ di sale. Oltre, ovviamente, a una base di Pinsa Di Marco.
- Comincia preriscaldando il forno. È una fase fondamentale, perché un forno ben caldo aiuta a rendere la base di pinsa croccante fuori e morbida dentro, proprio come dovrebbe essere nelle intenzioni di chi l’ha inventata.
- A questo punto, stendi un velo di passata di pomodoro sulla base della pinsa, aggiustando il sale. Qui si può commettere un errore, ovvero esagerare con il pomodoro per rafforzare il sapore del piatto, ma col rischio di renderlo troppo umido. La regola d’oro è quella di non esagerare: il pomodoro deve essere sufficiente a dare sapore, senza coprire gli altri ingredienti.
- Distribuisci uniformemente la mozzarella sulla base, ma assicurati che sia ben scolata. Anche qui, il rischio è che rilasci troppa acqua durante la cottura.
- Inforna la pinsa per 5-7 minuti a 250 gradi. Osserva il formaggio sciogliersi lentamente e i bordi diventare croccanti. Poi sfornala.
Una volta sfornata, basta aggiungere alla pinsa un filo di olio extravergine di oliva a crudo e qualche foglia di basilico fresco per ottenere un piatto meraviglioso sia all’olfatto che al gusto. E per quanto riguarda le calorie? Difficile dare un valore preciso, date le molte variabili in gioco: di sicuro le 230 calorie per 100 grammi della Pinsa Di Marco crescono di poco data la semplicità della ricetta e degli ingredienti, e di sicuro il risultato è meno calorico della pizza per via delle caratteristiche peculiari che hanno contribuito a rendere la pinsa un successo nazionale e internazionale.
La pinsa margherita va assolutamente provata. Possibilmente, oggi.