Hai sicuramente già mangiato una pinsa. L’hai apprezzata, magari ti ha sorpreso per la sua leggerezza, la sua croccantezza, quel mix di sapori che riesce a conquistare anche i palati più esigenti. Hai capito che non è una pizza, eppure ti rimangono diversi interrogativi.
Primo fra tutti: com’è nata? Qual è l’origine della pinsa? E com’è possibile che abbia avuto un successo così travolgente? In questo articolo, faremo proprio questo: risalire alle origini della pinsa e capire perché, da qualche anno a questa parte, si stia diffondendo in mezzo mondo (e l’altra metà sta perdendo la pazienza per l’attesa).
La pinsa è la focaccia degli antichi romani?
Sfatiamo subito questo mito: No. O almeno, non ci sono prove che la pinsa moderna sia legata alla tradizione dell’antica Roma.
Una delle leggende più diffuse vuole che la pinsa sia un alimento risalente ai tempi degli antichi romani, una sorta di precursore della pizza. Si racconta che i legionari preparassero una focaccia con farina, acqua, olio e sale, che poi veniva cotta sui campi di battaglia. Seppur affascinante, questa storia non ha fondamento storico, non ci sono prove che la confermino.
La pinsa moderna, infatti, nasce nel 2001 come risultato di un lungo processo evolutivo che Corrado Di Marco, l’inventore della pinsa, ha intrapreso per soddisfare le esigenze dei consumatori. Sia pur non recentissima, la pinsa è dunque un prodotto moderno e pensato per rispondere alla richiesta di un’alternativa alla pizza tradizionale: più leggera e digeribile, ma altrettanto gustosa.
L’origine della pinsa: i primi passi
Negli anni ’70, Corrado Di Marco, imprenditore, ricercatore e membro di una storica famiglia di panificatori romani, iniziò a percepire che la pizza, per com’era formulata all’epoca, non riusciva a soddisfare al 100% le esigenze dei consumatori. Era necessario un cambiamento importante, perché l’impasto della pizza era pesante, ricco di grassi e non semplice da digerire, mentre le persone erano sempre più attente alla qualità e alla leggerezza. O meglio, alla loro salute.
La voglia di innovare spinse Corrado Di Marco a creare il brand PizzaSnella, che sarebbe diventato uno dei protagonisti della sua lunga carriera nel settore. L’obiettivo era semplice ma ambizioso: fornire la base per un prodotto che, pur mantenendo il gusto di sempre, fosse più leggero e digeribile, capace di conquistare i consumatori moderni.
PizzaSnella portò sul mercato delle pizzerie un mix innovativo di farine; Di Marco, infatti, non si limitò a usare semplici farine di frumento, magari modulandone tipologie e formulazione, ma studiò una combinazione che unisse il frumento con la soia, un ingrediente che conferiva alla pizza una leggerezza mai provata prima. Un prodotto snello, appunto, che rispondeva perfettamente alle esigenze di chi voleva gustare una pizza senza rinunciare al proprio stato di forma.
2001, nasce la pinsa: i suoi primi anni
Corrado Di Marco non si fermò al successo ottenuto con il suo mix di farine, ma spinse la sua ricerca più in là, con una voglia costante di innovare e di creare qualcosa di completamente nuovo: la pinsa.
La determinazione a perfezionare il prodotto lo portò, in primis, ad arricchire il mix di farine con un ingrediente che sarebbe diventato fondamentale per la pinsa: la farina di riso, che non solo conferiva una croccantezza unica alla base, ma contribuiva anche alla leggerezza complessiva, bilanciando l’umidità dell’impasto. Inoltre, la farina di riso apportava una serie di caratteristiche che si traducevano in un’esperienza di gusto più equilibrata e fine, facendo sì che la pinsa fosse non solo più digeribile, ma anche più morbida e piacevole.
L’innovazione non si fermò qui. Per la sua pinsa, Corrado Di Marco pensò ad un alto grado di idratazione dell’impasto, un aspetto fondamentale per renderla ancora più leggera e soffice. A completare il processo, fu introdotto il lievito madre, che, unito ai tempi lunghi di maturazione, garantiva un prodotto finale con una struttura unica e una digeribilità ancora migliore.
La pinsa cominciò a prendere forma, in tutti i sensi: veniva stesa a mano, dando vita alla sua caratteristica forma ovale, e, soprattutto, veniva pinsata, cioè lavorata con un movimento tipico che generava gli avvallamenti sulla superficie. E proprio dal latino pinsere nasce il nome pinsa.
Il successo, le pinserie, l’estensione in tutto il mondo
Nei primi anni, la pinsa è stata fortemente legata alla sua terra d’origine, Roma e il Lazio, dove si inseriva in una tradizione gastronomica brillante. Qui, la pinsa trovò il suo primo palcoscenico naturale accanto a tanti piatti come la celebre pizza in teglia romana, un altro simbolo dello street food capitolino. Di fatto, la pinsa è stata a lungo una variante romana della pizza che tutti conosciamo.
Il vero passo avanti in chiave di popolarità è arrivato nell’ultimo decennio, con la nascita delle pinserie e la loro diffusione in tutto il territorio nazionale. Questi locali, dedicati esclusivamente alla pinsa, inizialmente erano una rarità e si trovavano quasi esclusivamente nel territorio d’origine della pinsa. Poi, a poco a poco, hanno iniziato a comparire in altre regioni italiane, segno che il prodotto stava conquistando il palato dei consumatori. La sua leggerezza, la croccantezza della base e il sapore inconfondibile hanno iniziato a fare breccia, rendendo la pinsa un’alternativa sempre più apprezzata alla pizza tradizionale.
Certo, ancora oggi non tutti hanno le idee chiare su cosa differenzi esattamente la pinsa dalla pizza, motivo per cui esistono articoli come questo. Ma se chiedete a chi l’ha provata, vi risponderà senza esitazione: è buona e, soprattutto, leggera e digeribile. Ed è proprio questa combinazione vincente che le ha permesso di emergere in un mercato competitivo come quello italiano, dove i prodotti da forno sono dominati da colossi come la pizza, la focaccia e le loro infinite varianti locali.
Il grande merito della pinsa e delle pinserie è stato proprio questo: trasformare quella che inizialmente era una specialità con un’identità locale in un vero successo italiano. Oggi la pinsa non è più solo un prodotto romano, ma un’icona nazionale ed esportata in tutto il mondo. Ristoranti e pinserie hanno iniziato ad aprire ovunque, dall’Europa agli Stati Uniti, dall’Asia all’Australia, rendendo la pinsa una delle tante bandiere della nostra capacità di innovare e, soprattutto, di amare la buona cucina.