Il Natale occupa un posto centrale importante nel cuore delle famiglie italiane, in quanto momento di connessione e condivisione senza pari. È il periodo in cui le famiglie si riuniscono, creando ricordi indelebili e rafforzando legami affettivi.
106 euro a famiglia per la cena di Natale
A differenza degli anni passati, i timori legati al Covid appaiono meno stringenti, e si prospetta quindi una ripresa dei consumi. Secondo un’indagine di Coldiretti/Ixè, l’anno scorso gli italiani hanno speso in media 106 euro a famiglia per il Natale a tavola, e questo sottolinea come, nonostante le variabili economiche, esso rappresenti un momento in cui si è disposti a investire per rendere la festa ancora più speciale. In Italia, inoltre, il 91% delle persone (9 su 10, in altri termini) trascorre il Natale a casa, in compagnia di parenti o amici.
Il Natale si celebra tradizionalmente attraverso due momenti culinari: la cena della Vigilia (o cena di Natale) e il pranzo di Natale. In particolare, la cena della Vigilia risente ancora di un precetto della religione cattolica – poi modificato – che imponeva l’astensione dal consumo di carne la sera prima del giorno di festa. La tavola della Vigilia si arricchiva così di piatti a base di pesce, come antipasti di mare, zuppe e crostacei. Il pranzo di Natale, invece, è un momento conviviale, con portate più sostanziose che spesso includono carne accompagnata da contorni abbondanti e dolci tipici. È davvero impossibile generalizzare: ogni regione, ogni città ha la sua tradizione e i suoi piatti natalizi.
Cena di Natale: i dubbi di chi la deve preparare
La cena di Natale è un momento di serenità e aggregazione, ma non c’è dubbio che prepararla sia difficile. Chi si gode di meno la festa è chi cucina, nella speranza che questa incombenza venga quanto meno distribuita su più persone.
Resta il fatto che chi si trova al timone della cucina si confronta con una serie di dubbi che partono dalla scelta del menu, data la difficoltà di soddisfare tutti i commensali, ognuno con i propri gusti, le preferenze e, talvolta, qualche intolleranza. I dubbi riguardano i piatti in sé, ma anche la logistica della cucina e il giusto equilibrio tra pietanze tradizionali e qualche tocco innovativo, che stimola la creatività ma aggiunge anche un elemento di sfida. Preparare qualcosa di nuovo è un rischio, soprattutto a fronte di lunghe preparazioni e di costi elevati. Ecco perché pensiamo che la pinsa non abbia soltanto diritto di cittadinanza, ma sia una soluzione molto interessante per l’intero periodo delle feste, cena e pranzo di Natale compresi.
La pinsa per la cena di Natale, ci avevi mai pensato?
Non abbiamo la presunzione di proporre la nostra pinsa come un piatto tradizionale natalizio, né come protagonista assoluto del momento di festa. Neanche la pizza, con la sua tradizione millenaria, può ambire a questo ruolo. Tuttavia, quando riflettiamo sui dubbi che sorgono preparando la cena di Natale, è chiaro che la pinsa abbia tutte le carte in regola per essere un’opzione vincente. La pinsa è la famosa idea innovativa che manca in molte cene (o pranzi) di Natale, ma è anche velocissima da preparare e ha un costo contenuto che invoglia le persone a sperimentare qualcosa di diverso.
Dall’antipasto al dolce: come integrare la pinsa nel menu di Natale?
Come detto, la pinsa è estremamente versatile e si distingue per la sua rapidità di preparazione. Per questo, può assumere diverse vesti nel corso di una cena natalizia: da aperitivo raffinato ad antipasto, da accompagnamento leggero di altri piatti a squisito dessert. Sebbene possa essere anche un piatto unico, questo posizionamento potrebbe togliere peso ai piatti e alle ricette tradizionali; tuttavia, se si decide di darle il ruolo di protagonista, la pinsa è e sarà presente.
Ecco alcune ipotesi su cui riflettere, tutte veloci e gustose:
- Antipasto o aperitivo
Tagliata in quadratini simili a un aperitivo, la pinsa può essere presentata in diverse varianti. Dalle classiche combinazioni di formaggio e verdure a proposte più audaci come crema di noci e gorgonzola, le opzioni sono molteplici e adatte a soddisfare una vasta gamma di palati.
- Pinsa bianca
Un modo innovativo di integrare la pinsa nel menu natalizio è presentarla con una leggera farcitura, trasformandola in una sorta di focaccia natalizia, accompagnata da un filo d’olio extravergine di oliva e aromi come il rosmarino. L’obiettivo è non far sentire la mancanza del pane.
- Pinsa dolce
Per concludere il pasto con una nota dolce, la pinsa può essere farcita di crema di nocciole, accompagnata da frutta fresca o servita con una generosa spolverata di zucchero a velo. Anche qui, non potrà di sicuro impensierire il panettone, ma è pur sempre un modo piacevole e gustoso per terminare il pasto.
Non solo innovazione, ma anche gusto e leggerezza
In questo articolo abbiamo proposto la pinsa come opzione innovativa per la cena di Natale, focalizzandoci su aspetti come la sua versatilità e rapidità di preparazione. Tuttavia, altri elementi che dovrebbero spiccare sono la sua bontà e digeribilità.
Nel periodo degli “eccessi alimentari” per eccellenza, la pinsa emerge come un’alternativa non solo originale ma anche equilibrata. Quindi, nel prossimo cenone natalizio, datele una possibilità: non ve ne pentirete.