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È meglio la pinsa fatta in casa o quella della pinseria?

Negli ultimi anni, la pinsa ha conquistato tutti ed è diventata una presenza fissa nei supermercati e nei menù di molti locali, come ristoranti, pub e pizzerie. Questo successo ha dato vita a due fenomeni paralleli: da un lato, la diffusione capillare di basi pronte che permettono di prepararla a casa in pochi minuti; dall’altro, la nascita delle pinserie, locali che puntano tutto sulla qualità e sulla lavorazione artigianale per offrire la miglior esperienza possibile.

Se hai voglia di pinsa, quindi, hai sostanzialmente due opzioni: farla a casa con una base precotta oppure uscire e affidarti a chi la prepara per mestiere. La scelta tra una cena casalinga e una serata fuori è sempre soggettiva (e dipende anche da quanto sei vicino a una buona pinseria), ma la vera domanda è un’altra: che differenza c’è tra una pinsa acquistata al supermercato e farcita in casa e una servita in pinseria? La seconda è sempre superiore alla prima? Scopriamolo insieme.

Le pinserie, perfette per provare combinazioni eccellenti 

Le pinserie non sono semplici pizzerie che servono anche la pinsa per ampliare l’offerta, ma locali specializzati che hanno scelto di fare della pinsa il loro punto di forza. Alcune di esse possono essere certificate dall’Associazione Originale Pinsa Romana (OPR), e garantire così un processo di realizzazione fedele a quello inventato da Corrado Di Marco nel 2001. Qui, ogni passaggio – dalla scelta degli ingredienti alla lavorazione dell’impasto, fino alla cottura – segue uno standard preciso, con tempistiche e tecniche ben definite.  

Il vero punto di forza della pinseria sta nell’artigianalità: si parte da zero, dalla miscela di farine e dal lievito, con un lungo processo di lievitazione e idratazione per ottenere la leggerezza e la fragranza tipiche della pinsa. È un lavoro che richiede tempo, competenza e attenzione, perché sulla qualità si basa l’intero business del locale.  

E per quanto riguarda la farcitura? Qui entra in gioco la filosofia del singolo locale: ci sono pinserie che puntano su ingredienti gourmet, altre che preferiscono combinazioni più semplici ma ben eseguite, altre ancora che sperimentano con abbinamenti creativi. Il livello di complessità dipende dal tipo di clientela e dalla politica del locale, ma è chiaro che se si sceglie di andare in pinseria è perché si vuole provare qualcosa di elaborato e studiato, altrimenti basterebbero cinque minuti per farcire una base a casa. L’esperienza dello chef, la qualità degli ingredienti e le preparazioni particolari fanno la differenza. 

La pinsa confezionata non è un prodotto di qualità inferiore

Come detto, non ci interessa capire se sia meglio consumare la pinsa a casa o in pinseria: ognuno ha le sue abitudini e preferenze. Il punto è capire come cambia il prodotto in queste differenti modalità di consumo.  

Anche nella pinsa da consumare a casa, le variabili sono tantissime e generalizzare non è consigliabile. Per esempio: che qualità ha la pinsa precotta che stai per infornare? Nel nostro caso, parliamo di un prodotto che è l’esito di una lavorazione artigianale, fedele al 100% alla ricetta di Corrado Di Marco e, soprattutto, basata su un mix di farine studiato ad hoc e continuamente aggiornato per migliorare il prodotto e assecondare le tendenze di consumo. Nella Pinsa Di Marco non ci sono additivi né conservanti, solo ingredienti selezionati e un processo produttivo che rispetta la tradizione.  

Ora, se ordini una pinsa da una pinseria certificata otterrai uno standard altissimo, con una lavorazione altrettanto rigorosa e controllata. Ma se il locale non è certificato? Che farine usa? In quali proporzioni? Com’è gestita la lievitazione? Sono domande legittime, perché al di fuori del metodo originale, ogni pinseria può avere una sua interpretazione.  

Attenzione, questo non significa che la pinsa precotta sia migliore di quella servita in pinseria, ma nemmeno che sia automaticamente inferiore solo perché confezionata. La vera differenza sta nella modalità di consumo: la pinsa precotta è pensata per offrire il miglior equilibrio tra semplicità di preparazione e gusto, permettendo di ottenere un risultato ottimale in pochi minuti. Non a caso, la farcitura più comune per la pinsa fatta in casa è la margherita, esattamente come accade per la pizza.  

Ovviamente, nulla vieta di partire dalle farine e prepararla da zero anche a casa, ma in questo caso l’ingrediente segreto è la passione, e serve tempo. Tempo che, semplicemente, non tutti hanno.

Due esperienze diverse, un’unica passione

Alla fine, più che parlare di una sfida tra pinsa fatta in casa e pinsa di pinseria, possiamo dire che sono due esperienze diverse. Da un lato, la pinseria offre un prodotto artigianale preparato da professionisti, spesso con ingredienti ricercati e combinazioni particolari. Dall’altro, la pinsa precotta permette di godersi lo stesso impasto di qualità nel comfort di casa, con la libertà di scegliere farciture e tempi di consumo.  

Se c’è una certezza, è che una pinsa di altissimo livello si può ottenere anche a casa, a patto di partire da una base eccellente e di rispettare pochi e semplici accorgimenti in fase di cottura. Non si tratta quindi di stabilire un vincitore, ma di scegliere di volta in volta l’esperienza che si adatta meglio al proprio momento: una cena veloce e gustosa senza uscire, oppure un’esperienza gastronomica più elaborata affidandosi a mani esperte. L’importante è che la pinsa resti un piacere.

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