Quando si parla di pinsa, l’accostamento più naturale è con la pizza. Eppure, ci sono tanti pilastri della tradizione culinaria italiana con cui essa si trova a convivere e che basano la loro reputazione su una tradizione solidissima. Tra questi, la piadina romagnola.
Contrapporre i due alimenti, in uno scontro pinsa vs piadina in senso stretto, sarebbe certamente eccessivo. Tuttavia, potrebbe risultare interessante un accostamento tra i due prodotti alimentari per comprendere i punti di forza di entrambi e la percezione delle persone al riguardo.
Pinsa Vs Piadina, atto 1: la storia
La piadina è una specialità italiana con radici antiche che gode di grande popolarità. Originaria della Romagna e con una storia secolare sulle spalle, è una sottile focaccia di farina di grano non lievitata, che viene cotta su una lastra di terracotta (teglia) e si presenta con il tradizionale aspetto di disco piatto, chiaro e morbido.
La piadina è un piatto iconico della nostra cucina ed è conosciuta in tutto il mondo, ma è anche un grande successo commerciale. Dati recenti di NielsenIQ ne hanno quantificato il mercato italiano intorno ai 190 milioni di euro, con tassi di crescita che negli ultimi anni sono stati a doppia cifra sia in termini di valore che di volume. Le persone la apprezzano da sempre, e per diversi motivi: per la sua semplicità, essendo fatta con pochi ingredienti come farina, acqua, olio d’oliva e sale; per la versatilità, poiché si presta a diverse combinazioni per uno spuntino veloce o per un pasto in piena regola.
La pinsa non ha la stessa storia della piadina romagnola ma, proprio per questo, è avvantaggiata quando si tratta di intercettare i bisogni attuali dei consumatori, e questo vale sia nella relazione con la piadina, che rispetto alla classica pizza.
La pinsa è nata nel 2001 da un’intuizione di Corrado Di Marco, e rispetto a prodotti secolari come la piadina romagnola, sta ancora vivendo la sua infanzia. Non a caso, è un prodotto che evolve nel tempo assecondando le esigenze e i bisogni dei consumatori ma tenendo sempre conto dei pilastri di leggerezza e digeribilità. Il successo della pinsa è dovuto, appunto, alla capacità di intercettare l’interesse sempre maggiore dei consumatori verso un’alimentazione sana e gustosa.
Tra pinsa e piadina, quale scegliere?
Per quanto concerne le occasioni e le modalità di consumo, c’è senza dubbio una certa sovrapposizione tra la pinsa e la piadina. Quindi, quale scegliere?
In un ipotetico confronto pinsa vs piadina, la differenza principale è la consapevolezza del consumatore. E non potrebbe essere diversamente, considerando la storia dei due alimenti. Tuttavia, la pinsa sta crescendo molto bene e con ritmi fortemente accelerati: fece parlare di sé il +182% del primo anno del covid, ma anche il +28,5% del 2022 è più che significativo.
Sulla percezione che abbiamo della pinsa in relazione alla piadina pesa quindi in modo determinante la conoscenza del prodotto, che fortunatamente inizia ad essere significativa: le pinserie sono sempre di più, molti bar, ristoranti e pizzerie la servono ed è disponibile nei punti vendita della grande distribuzione.
Ricerche recenti affermano che chi conosce e ha già consumato la pinsa gli attribuisce, in relazione alla piadina, una superiorità intrinseca in termini di leggerezza, autenticità, genuinità e versatilità. Molto interessante, soprattutto, il concetto di autenticità: la pinsa Di Marco che si consuma al bar o si acquista in punto vendita è artigianale in tutto e per tutto, e anche a questo si deve la percezione di prodotto sano e genuino.
Diversa, ma non troppo, è la situazione di chi conosce la pinsa ma non l’ha mai provata. I valori di gusto, leggerezza, digeribilità, artigianalità e genuinità della pinsa sono riconosciuti anche in questo caso, ma la piadina esercita una certa superiorità in termini di comodità e versatilità. La comodità potrebbe dipendere dalla forma sottile e dalla possibilità di arrotolarla, oltre al fatto che la piadina non deve essere cotta per qualche minuto in forno (anche se, come vedremo nei prossimi articoli, la pinsa può essere cotta in diversi modi!).
Diverso è il caso della versatilità, una percezione che va in qualche modo corretta. La piadina, infatti, è spesso utilizzata come base per panini ripieni, ma raramente per gli stuzzichini, per gli aperitivi o in sostituzione della pizza in tutto e per tutto. Sotto questo profilo, la pinsa è molto più versatile, anche quando si tratta di abbinamenti di ingredienti: la sua consistenza, infatti, può ospitare una varietà di topping diversi senza perdere la tipica croccantezza, uno degli elementi che ne hanno decretato il successo in Italia e nel resto del mondo.
Ovviamente, non c’è un alimento migliore e uno peggiore, un vincitore e un vinto. Ma è interessante notare come le differenze vadano molto al di là delle apparenze: il fatto che la piadina sia tonda e la pinsa ovale è semplicemente il punto di partenza di un percorso fatto di versatilità, leggerezza, digeribilità e gusto.